Viaggi e spedizioni alpinistiche extraeuropee

Kilimanjaro m. 5895 Tanzania

Salita per la Machame Route (dal 21 al 26 agosto 2014)



Stelvio e Maurizio in vetta all'Uhuru Peak m. 5895 punto più elevato del Kilimanjaro 
(25-8-2014)
Dopo due anni di pausa dovuti a problemi familiari…avevo una gran voglia di riprendere a viaggiare e a salire grandi montagne in giro per il mondo…e ho accolto con grande piacere la proposta di Maurizio! Non ero mai stato prima d’ora in Africa e non avevo mai avuto occasione di provare a salire il “tetto dell’Africa” per cui…pronti e viaa!!! Maurizio coltivava da qualche anno il sogno di salire il Kilimanjaro e anche al sottoscritto piaceva l'idea, era una di quelle montagne che mi sarebbe piaciuto salire...e quindi ben felice di aver colto l'occasione giusta per andarci. Noi due ci siamo appoggiati ad un’agenzia italiana (la Campo Base Travel di Dimaro) che tramite il corrispondente locale ha organizzato la logistica sul posto. Noi per i voli aerei abbiamo utilizzato la compagnia Ethiopian Airlines, e ci siamo trovati bene, aerei confortoveli e servizio più che buono, nessun problema e/o disservizio da segnalare. Noi siamo partiti da Milano Malpensa facendo scalo ad Addis Abeba per raggiungere infine il Kilimanjaro airport di Arusha. Dopo una giornata di riposo nel lodge dell’agenzia locale per riposarci e per organizzare la salita, siamo partiti. Salita fatta in 5 giorni, dal 21 agosto al 26, dei quali l’ultimo giorno utilizzato solo per la discesa. Riporto un breve estratto dal mio diario per raccontarvi in breve la nostra salita. Oltre al mio report, a seguire anche l'articolo scritto da Maurizio Giacobbe per la Rivista del CAI Ligure. Qui leggerete la versione integrale, mentre sul sito per ragioni editoriali e di contenimento spazi leggerete una versione ridotta nella forma e nei contenuti, ma che renderà comunque l'idea di che tipo di viaggio ed esperienza vissuta sia stata per noi due. Non si tratta certamente di un'impresa alpinistica ma di un viaggio ed una salita abbordabile per molti, appetibile anche dall'escursionista esperto abituato a muoversi in alta quota.

Riporto un breve estratto dal mio diario per raccontarvi in breve la nostra salita.

1°giorno (20-8-2014) : Viaggio Milano Malpensa - Addis Abeba (con scalo in Etiopia); Addis Abeba - Kilimanjaro Airport (Arusha)
E' stato un volo piuttosto lungo, durato ben 16 ore, tempi di attesa compresi ad Addis Abeba per lo scalo e attesa del volo successivo, tanto per rendere l'idea siamo partiti da Milano Malpensa alle 00.25 del 20 agosto e arrivati ad Arusha alle ore 15,30 del 20 agosto. Come scritto nella prefazione, voli fatti con la compagnia etiope Ethiopian Airlines. Trasporto da Arusha al Lodge dell'agenzia locale nelle alture sopra Marangu, incontro con il direttore dell'Agenzia Faustin Meela e sistemazione in camera. Ottimo l'impatto sia con il direttore che con lo staff dell'agenzia locale. Ottimo e confortevole il lodge dove ci siamo sistemati. Qualche ora di riposo, una bella doccia in attesa della cena. Cenadi ottimo livello e poi finalmente una bella dormita...che ci voleva davvero.

l'arrivo al Kilimanjaro Airport di Arusha (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
il Kilimanjaro Airport di Arusha (20-8-2014)  (foto : Maurizio Giacobbe)

a spasso per la pista di uscita del Kilimanjaro Airport (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
come si scende dall'aereo e si va al gate di ingresso del Kilimanjaro Airport (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
i passeggeri del nostro volo in attesa di entrare nel gate di ingresso del Kilimanjaro 
Airport (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

recuperati i bagagli al Kilimanjaro Airport di Arusha (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

venditori ambulanti a Moshi, foto presa al volo dall'auto che ci portava a Marangu
 (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

il Lodge di Faustin Meela a Marangu, dove abbiamo alloggiato (20-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

passeggiando nel giardino intorno al Lodge di Faustin Meela a Marangu...01
(20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

passeggiando nel giardino intorno al Lodge di Faustin Meela a Marangu...02 
(20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

locale cucina del Lodge visto dalla sala da pranzo....in attesa della cena (20-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

interno della nostra camera nel Lodge a Marangu (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Maurizio e Faustin Meela (direttore dell'agenzia locale) in sala da pranzo nel
 lodge a Marangu (20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Stelvio e Faustin Meela in sala da pranzo nel lodge a Marangu 
(20-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
2° giorno (21-8-2014) : Machame Gate - Machame Camp.
dopo esserci registrati al Machame Gate, fatta conoscenza con tutto lo staff al nostro seguito (3 guide, 1 cuoco e 1 aiutante alla cucina e ben 22 portatori!!) oltre ad aver incontrato alcune scimmiette davvero incantevoli (che sembravano proprio mettersi in posa per le foto di rito..!) e valicato un secondo cancello ci siamo incamminati lungo la stradina iniziale della Machame Route. La prima parte si segue la stradina che si inoltra nella fitta e splendida foresta pluviale, poi man mano che si sale diventa una comoda mulattiera sempre ben tenuta e comoda da seguire (la cura e la manutenzione periodiche sono piuttosto evidenti). Dopo la prima “pausa pranzo” e una comoda ma costante salita raggiungiamo l’ampio pianoro erboso dove la foresta è meno fitta, il luogo chiamato Machame Camp a m. 3000, dove sono presenti almeno 300 persone, eh sì il Kilimangiaro è davvero molto gettonato, come era lecito attendersi! 5 ore di cammino ma con ritmi tranquilli (pole pole appunto!) ma le ultime due ore sotto la pioggia…con tanto di mantella. Pensavo di aver lasciato la pioggia e il maltempo in Italia…ma non era così a quanto pere! Buone le tende montate dall’agenzia locale, e buone anche la tenda cucina e la tenda mensa. Ottimo l’impatto con tutto il personale de nostro staff, cena e trattamento di ottimo livello!


prima visuale sul Kilimanjaro da Marangu (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

colazione e incontro con i nostri 4 compagni di viaggio nel lodge a Marangu 
(21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Stelvio e il mini-van che utilizzeremo per il trasporto al Machame Gate (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

il pulmino è ormai caricato e pronto alla partenza dal Lodge di Marangu (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

posto telefonico tendato a Marangu (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

negozi e piccole attività commerciali in periferia a Marangu (21-8-2014)
 (foto : Stelvio Lanzone)

abitazioni contadine nei pressi di Marangu (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

scolaretti al lavoro nei campi...dopo lo studio subito al lavoro. Sempre nei 
dintorni di Marangu (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Arrivati al Machame Gate, punto di ingresso al Parco Nazionale del Kilimanjaro, 
dove ha inizio la Machame Route (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
cartelli informativi per i salitori del Kilimanjaro al Machame Gate (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

insegne e cartelli segnaletici al Machame Gate (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Stelvio al Machame Gate (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

il casotto dei guardiaparco dove i visitatori del Parco Nazionale devono registrarsi
prima di iniziare la salita (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

preparazione dei carichi per i portatori al Machame Gate (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

Stelvio e Maurizio al punto di partenza della Machame Route (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

la prima parte della foresta pluviale che dobbiamo risalire (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

in salita nel primo tratto della foresta pluviale sopra il Machame Gate (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)
Stelvio in salita nella fitta foresta verso il Machame Camp (21-8-2014)
 (foto : Stelvio Lanzone)

portatori in salita nella foresta pluviale verso il Machame Camp (21-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

cartello che indica l'arrivo al Machame Camp (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Tende montate al Machame Camp m. 3000 (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

altre tende al Machame Camp, piuttosto affollato (21-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
3° giorno (22-8-2014) : Machame Camp - Shira Plateau.
dopo una buona dormita e un’abbondante colazione, intorno alle 8,00 iniziamo a camminare e risaliamo il buon sentiero, misto a pietroni e placconate, superando qualche tratto ripido sempre nella fitta vegetazione fino a raggiungere un piccolo promontorio roccioso dove si apre il panorama verso il Monte Meru e in parte verso il Kilimanjaro, ma ancora coperto dalle nubi. Sia io e Maurizio che i 4 amici di Brescia saliamo bene e senza problemi. Intorno a mezzogiorno la solita sosta per la pausa pranzo su un’ampia radura erbosa. Poi si riprende la salita, la foresta diventa meno fitta e iniziano a comparire i primi pendii erbosi e detritici, che con pendenza regolare ci hanno condotti al grande e immenso pianoro dello Shira Plateau dove è previsto il secondo campo a quota 3800 m. Da qui abbiamo avuto la fortuna di poter assistere ad un tramonto da favola e vedere per la prima volta il Kili scoperto dalle nuvole…davvero imponente e colossale! Una giornata filata via liscia e senza alcun intoppo. Lo staff dell'agenzia locale svolge perfettamente il proprio lavoro e noi partecipanti saliamo bene, con tanto entusiasmo e, come è giusto che sia, molto motivati! Poi oggi abbiamo iniziato anche a vedere da vicino la nostra meta, anche se il Kili richiederà ancora ore e ore di marcia per farsi raggiungere! Siamo riusciti a fare anche 4 passi nei dintorni del campo, sicuramente utili per la nostra fase di acclimatamento. Cena di buon livello come di consueto e poi nottata tranquilla in tenda.



il Machame Camp, posto al limite della grande foresta pluviale (22-8-2014)
(foto : Maurizio Giacobbe)

prima visuale sul Kilimanjaro dal Machame Camp alle prime luci del giorno
(22-8-2014) (foto : Maurizio Giacobbe)

Stelvio e la tenda mensa al Machame Camp (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

preparativi dei nostri portatori prima della partenza al Machame Camp
(22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

appena partiti dal Machame Camp (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
il Machame Camp visto dalla foresta soprastante (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)
portatori al lavoro nella foresta tra il Machame Camp e lo Shira Plateau (22-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)
portatori in salita nella foresta verso lo Shira Plateau (22-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)
salendo al limite della foresta, in direzione dello Shira Plateau (22-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)
portatori in salita oltre la foresta (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

salendo nella foresta sopra il Machame Camp (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)



uscendo dalla fitta foresta (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)



Usciti dalla foresta si sale verso lo Shira Plateau (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)


lo spazioso Shira Plateau dove è posto il nostro campo (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)


le nostre tende allo Shira Plateau (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)


eccomi davanti alla tenda allo Shira Plateau Camp m. 3800 (22-12-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

all'interno della tenda mensa allo Shira Plateau Camp (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

registrazione presso il casotto dei guardiaparco presso lo Shira Plateau Camp (22-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

Shira Plateau Camp m. 3800 e Kilimanjaro sullo sfondo (22-8-2014) 
(foto : Stelvio Lanzone)

Stelvio allo Shira Plateau Camp e il Kilimanjaro all'orizzonte! (22-8-2014) 
(foto : Stelvio Lanzone)


4° giorno (23-8-2014) : Shira Plateau - Barranco Camp.
si riprende a salire su un tratto detritico con la vegetazione che ormai sta quasi completamente sparendo, con una bella rampa tra pietroni di ogni dimensioni risaliamo il Lava Tower, davvero selvaggio e spettacolare questo tratto del percorso! Noi non saliremo in vetta al Tower, ma traverseremo a destra (dato il cielo nuvoloso che non promette niente di buono per le prossime ore..). Traversiamo e saliamo a mezzacosta fino a raggiungere un colle a quota 4600 m. al quale segue una rapida discesa per un canalone detritico, ripido ma non malagevole. Dopo il canalone si scendono versanti erbosi e detritici con alcune piante davvero notevoli, seneci e lobelie, di dimensioni anche piuttosto ragguardevoli. La Barranco Valley non è niente male davvero! La discesa è terminata nell’ampio pianoro dove è situato il Barranco Camp m. 3950. Splendida visuale sul versante Sud-Est del Kilimanjaro che si mostra in tutta la sua imponente mole! Tappa lunga, per il nostro gruppo ci sono volute 6 ore, con saliscendi e anche abbastanza dura e faticosa nel complesso, ma decisamente utile alla nostra acclimatazione progressiva.


Stelvio è pronto alla partenza dallo Shira Plateau Camp (23-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

  preparativi per la partenza dei nostri portatori allo Shira Plateau Camp (23-8-2014) 
                                                                 (foto : Stelvio Lanzone)
preparativi per la partenza allo Shira Plateau Camp (23-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

 salendo verso il tratto iniziale del Lawa Tower (23-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

 vegetazione d'alta quota a quota 4200 m. appena sotto il Lawa Tower (23-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

 enormi altipiani d'alta quota osservati dal tratto iniziale del Lawa Tower (23-8-2014)
(foto : Stelvio Lanzone)

 Stelvio all'inizio del Lawa Tower (23-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

risalendo il Lawa Tower...01 (23-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

risalendo il Lawa Tower...02 (23-8-2014) (foto : Stelvio Lanzone)

 la parte finale della grande distesa di pietrame del Lawa Tower (23-8-2014) 
(foto : Stelvio Lanzone)





5° giorno (24-8-2014) : Barranco Camp - Barafu Camp.
dal Barranco Camp ci siamo portati in breve alla fascia rocciosa inclinata (tratto da considerarsi EE/F), che si supera per cenge, saltini e canalini, un tratto davvero piacevole, con vari passaggi di I e qualche corto tratto di II, che nel giro di 2 ore ci ha portati su uno spallone roccioso, al quale è seguita una repentina discesa, piuttosto ripida che porta alla Karanga Valley. Appena arrivati dove si inizia a risalire che succede…si è rimesso a piovere tanto per cambiare, e di nuovo sfodero la mantella….e questo fatto genera in me malumore e delusione! Ma pretendere qualche giornata intera di bel tempo e di sole è forse chiedere troppo a Giove Pluvio?? Evidentemente sì! Risaliamo una ripida china detritica, faticosa e viscida per la pioggia fino a raggiungere il campo Karanga a m. 3930. Pausa pranzo in tenda mensa, opportunamente montata dai nostri porter. Dopo la pausa riprendiamo la salita lungo il costolone detritico sotto la pioggia mista a neve. Risaliamo il costone e poi un ampio vallone occupato interamente da una immensa pietraia, dove la neve fresca inizia a fermarsi, ma senza creare problemi alla nostra salita. Doppiato un costolone proseguiamo la salita raggiungendo infine il Barafu Camp m. 4650, occupato da molte tende, ma per fortuna i nostri portatori avevano già individuato e occupato buone piazzole dove sistemare le nostre tende. E’ stata una tappa lunga e abbastanza faticosa, un bel mazzo davvero, 6 ore abbondanti di cammino per arrivare quassù, ma ottima per completare la fase di acclimatamento. Una volta montato il campo, ci siamo sistemati in tenda in attesa di un miglioramento.

6° giorno (25-8-2014) : Barafu Camp - Stella Point - Uhuru Peak (vetta principale del Kilimanjaro). Ritorno al Barafu Camp e discesa per la Mweka Route fino al Mweka Camp.
Ci siamo svegliati alle 23,30, fatta colazione a mezzanotte, usciti dalla tenda mensa ci siamo messi in cammino alle 00,40 fortunatamente su cielo limpido e stellato…era ora!! Partiti con temperatura abbastanza rigida ma senza vento e non troppo fastidiosa. Superata una vasta pietraia poi siamo saliti lungo un costolone insieme ad almeno 150 persone. Noi abbiamo tenuto un buon ritmo di marcia, superando molte persone davanti a noi, nel pendio-canale che porta a Stella Point erano presenti 15/20 cm di neve fresca, ma per fortuna con il ripetuto passaggio era presente una buona traccia, noi siamo saliti bene, anche se con un po’ di fatica data la quota, la temperatura era pungente (intorno ai -15°!), poco prima di raggiungere la Stella Point abbiamo avuto il piacere di ammirare un’alba emozionante, fantastica! Siamo saliti senza utilizzare i ramponi (che avevamo al seguito). Qualche foto di rito ai cartelli di Stella Point e poi ancora 1 ora di cammino su ampia dorsale e siamo arrivati in cima all’Uhuru Peak, punto più elevato del Kilimangiaro! Grande gioia ed emozioni intense per aver raggiunto il nostro obiettivo! Cima raggiunta in 6 ore abbondanti. Cielo sereno e limpido, con mare di nuvole, il ghiacciaio in gran spolvero e il cratere tutto coperto di neve….trovare il Kili in condizioni invernali è stato un ulteriore tocco di fascino alla nostra salita! In presenza di neve è una salita da considerarsi EE/F nel pendio che porta a Stella Point, dove qualche tratto si avvicina ai 30°. Dopo 40 minuti di permanenza in cima siamo scesi, qualche momento di pausa, e senza problemi abbiamo raggiunto nuovamente il Barafu Camp, dove ci siamo concessi un po’ di riposo. Pausa pranzo e poi lunga discesa fino al Mweka Camp a quota 3100 m. che abbiamo raggiunto nel tardo pomeriggio piuttosto stanchi…ma avevamo 2400 metri di dislivello tra salita e discesa dal Barafu Camp più altri 1500 metri di discesa….giornatona piena e intensa direi! La Mweka Route da noi seguita è la usuale via di discesa dalla cima.

7° giorno (26-8-2014) : Mweka Camp - discesa al Mweka Gate.
Dopo una bella dormita e senza la stanchezza accumulata nel giorno precedente, oggi ci attendeva solamente una discesa tranquilla al Mweka Gate, raggiunto tranquillamente nel giro di circa 3 ore. Al Mweka Gate siamo stati accolti da Faustin (direttore dell'agenzia locale), che hanno allestito tavola e un ottimo pranzo per festeggiare il felice esito della nostra salita al Kilimanjaro. Una festa con guide e portatori che cantavano e danzavano per noi…atmosfera davvero coinvolgente e sempre emozionante da vivere. Rientrati al Lodge di Faustin, dopo una bella doccia e un riposo pomeridiano, cena e consegna dei diplomi della salita fatta. Atmosfera sempre molto cordiale e calorosa da parte del direttore dell'agenzia e dello staff (figlio,cuochi e cameriere). Anche questa (come tutte le altre) è stata una giornata da ricordare.

Solo un breve accenno alla parte turistica, anche se piacevole ed interessante, dato che volevo concentrare questo mio scritto solamente sulla parte dedicata alla salita (e discesa) di questa grande montagna). Il giorno prima della partenza siamo riusciti a fare un city tour a Moshi, una visita di mezza giornata, con un calore e una temperatura davvero elevati, e un'umidità fastidiosa. Visitati il centro città e una serie di mercati, una città non troppo caotica e abbastanza ospitale direi, non ha grandi tradizioni artistiche e/o storiche ma nel complesso merita comunque una visita prima di riprendere l'aereo per tornare a casa. 

Un viaggio e una salita riusciti alla grande, senza alcun intoppo e/o problema logistico. Ottima l’assistenza e il trattamento dell’agenzia locale, con i quali siamo riusciti ad instaurare un rapporto molto cordiale e amichevole, sono stati grandi con noi!! In compagnia di Maurizio Giacobbe, ottimo compagno di viaggio e di tante belle salite fatte in giro per le Alpi, e per la prima volta con Federico, Matteo, Andrea e Francesco di Brescia, gruppo ben assortito che ha funzionato bene direi. Anche se loro avevano una concezione del viaggio e della salita diversa dalla nostra, e a parte Francesco, nessuno di loro aveva la macchina fotografica al seguito, aspetto che mi ha lasciato un pochino perplesso, e per loro sembrava quasi una sorta di scampagnata fuori porta invece di un viaggio speciale e da ricordare. Per quanto riguarda la logistica, oltre all'ottima agenzia italiana (trovata e scelta da Maurizio) noi ci siamo affidati alla kili-expedition di Moshi, che si è rivelata una scelta azzeccata, nessun appunto particolare da segnalare. L’unico aspetto da tenere presente sono le mance che lo staff chiede e vanno contrattate poiché loro hanno in mente delle tariffe ben precise, e non si accontentano di 200 dollari a persona come consigliato da molte pubblicazioni e/o agenzie italiane. Noi siamo arrivati tutti in cima e in buone condizioni psico-fisiche, l’ideale per goderci la cima. Oltre a noi sono salite in cima quasi un centinaio di persone. Ottima scelta quella di salire il Kili dalla Machame Route, pienamente soddisfatti della scelta fatta! Salita fatta con scarponcini da trekking e bastoncini telescopici dal Machame Gate al Barafu Camp, e con scarponi da alta montagna con buona tenuta termica, avevamo ramponi al seguito ma non sono stati utilizzati.

Qualche recapito utile a chi volesse organizzare il viaggio e andarci :

come agenzia di viaggio italiana noi ci siamo rivolti alla Campo Base Travel di Dimaro (Tn) che si sono davvero efficienti, gentili e affidabili. Il nostro riferimento è stata : Daniela Pegolotti.  http://campobase.travel/ e-mail : info@campobase.travel

come agenzia locale invece, abbiamo utilizzato la Kili expeditions di Faustin Meela a Marangu (Tanzania) http://www.kili-expedition.com/ e-mail : contact@kili-expedition.com
il riferimento è il titolare dell'agenzia, Faustin Meela.

Se volete saperne di più e vi interessa la relazione del nostro itinerario di salita, vi ho riportato qui sotto l'ottima descrizione fatta da Andrea Castagno per il sito www.gulliver.it 


note tecniche:
itinerario escursionistico di 4-5 o 6 giorni a seconda del livello dei partecipanti, non faticoso se allenati, ma che richiede comunque abitudine a camminare per almeno 5-6 ore al giorno. La salita tecnicamente non ha difficoltà, e non richiede equipaggiamento particolare (eventualmente solo i ramponi per la calotta glaciale e il pendio che le dà accesso qualora fosse innevato). La via Machame è la più selvaggia e panoramicamente varia, non offre punti di appoggio quali rifugetti come per la via Marangu, quindi si dorme in tenda. I portatori e le guide provvedono a tutto, smontaggio e montaggio tende, cucina, approvvigionamento acqua. E' buona norma quindi al termine del trekking concordare mance adeguate e lasciare qualche indumento.
Bisogna adattarsi ad una andatura molto blanda, scandita dalle guide (pole pole), che consente di affaticarsi il meno possibile e di assaporare a pieno l'ambiente.
Periodi indicati: Novembre-Gennaio oppure Luglio-Agosto.

descrizione itinerario:
1° giorno:
Machame Gate 1828 m - Machame Camp 3010 m, dislivello 1200 m, tempo di percorrenza 4-5 ore

Ci si incammina lungo il meraviglioso sentiero di terra battuta delimitato da pali di legno che lo conservano dalle forti piogge, quasi giornaliere nella fascia della foresta ai piedi della montagna, infatti è probabile imbattersi in qualche scroscio e nella nebbia che annulla la visibilità. La pendenza è dolce ma costante, occorre coprire 1200 metri di dislivello ma sembra di non salire mai. Tutta la salita prosegue in una rigogliosa e fittissima foresta che non lascia vedere nulla, numerosi i corsi d'acqua che al attraversano e che talvolta invadono il sentiero, l'idea di partire con le ghette ai piedi è molto consigliabile. 
Quando la vegetazione inizia a cambiare leggermente, diradandosi, il sentiero prende a salire più deciso. Una volta usciti definitivamente dal bosco, che lascia spazio a bassa vegetazione ed arbusti si è ormai in vista della zona del Machame Hut , dove poco sotto sono ricavate le numerose piazzole dove vengono montate le tende. Cena abbastanza presto perchè il buio arriva piuttosto presto.

2° giorno:
Machame Camp 3010 m - Shira Camp 3815 m, dislivello 900 m tempo di percorrenza    4-5 ore

Sveglia piuttosto mattutina, e abbondante colazione e poi preparativi, anche se la giornata non prevede una tappa eccessivamente lunga o faticosa. al solito presto, prima dell'alba anche se la giornata di oggi non è particolarmente faticosa e lunga. Generalmente le nuvole ormai restano confinate agli strati più bassi, cosa che consente di avere splendidi panorami sul Monte Meru, sul vicino Monte Shira oltre che ovviamente sulla mole del Kibo che ci sovrasta. Seguendo l'evidente sentiero che si inerpica abbastanza faticoso seguendo un ampio ed evidente crinale lavico, proprio sopra Machame Camp. La vegetazione diventa via via più rada, i cosiddetti alberi della barba lasciano spazio a cespugli dai fiori bianchi, ai seneci e alle lobelie. Da notare inoltre le altissime eriche arboree. Terminata la cresta lavica si piega decisamente a sinistra in direzione dello Shira, compiendo una serie di poco marcati saliscendi, fino ad arrivare, dopo aver superato un tratto roccioso, in un grande altopiano sassoso, dove sorge lo Shira Camp (4 ore di marcia e numerose lunghe soste). Con tempo favorevole lo spettacolo del tramonto da qui è unico.

3° giorno:
Shira Camp 3815 m - Lava Tower 4630 m - Barranco Camp 3960 m, dislivello salita 800m, dislivello discesa 680 m, tempi di percorrenza 6-8 h

E' la tappa del trekking di avvicinamento più lunga, ma anche quella che permette di acclimatarsi nel miglior modo, salendo parecchio di quota fino oltre i 4600 m, per poi ridiscendere alla quota più bassa per pernottare, all'incirca la stessa della partenza.

Si inizia a camminare su una salita lieve e costante, risalendo un'ampissima cresta lavica, la vegetazione è ormai ridotta ai minimi termini, solo qualche fiorellino e qualche ciuffo d'erba di tanto in tanto. Arrivati ad un bivio a 4300 m, i portatori scendono seguendo la via diretta per il Barranco Camp, mentre noi per favorire l'acclimatamento, proseguiamo in salita, raggiungendo un altopiano molto vasto e quasi desertico dall'aspetto lunare, al termine del quale c'è il Lava Tower Camp, posto proprio sotto la parete della Lava Tower. Da qui la tentazione di salire in cima alla Lava Tower è forte, bisognerà contrattare un po' con le guide ma ne vale la pena. Dal colletto si impiegano circa 20' di minuti (a queste quote la fatica si inizia a sentire). La salita non è difficile ma richiede qualche passaggio di arrampicata di I e II (F), su roccia vulcanica ma molto solida e divertente. 
Ridiscesi alla base della torre, ci aspetta una lunga discesa nel vallone del Barranco, dove scorrono diversi torrenti dando la possibilità alla vegetazione, in particolari ai seneci giganti, di crescere rigogliosi. In prossimità del Barranco Camp si ricollega il sentiero-scorciatoia seguito dai portatori. Giunti al Barranco, proprio sotto la sud-est del Kibo, lo spettacolo è maestoso, è sicuramente il campo più panoramico del percorso.

4° giorno:
Barranco Camp 3960 m - Barafu Camp 4640 m. dislivello salita 680 m, dislivello discesa 150 m. Tempi di percorrenza 4-6 h

Tappa conclusiva dell'avvicinamento al campo più alto dal quale si tenterà la cima. Si parte ben prima dell'apparire del sole, in modo da arrivare presto al campo per poter riposare. Si attraversa il torrente (potrebbe formarsi del ghiaccio durante la notte), e si inizia subito a salire arrampicandosi su una faticosa fascia rocciosa di 200 metri, che appena partiti non è il massimo. Si deve superare qualche passaggio di facile arrampicata. Una volta scollinati da questa dorsale rocciosa l'ambiente cambia e diventa più rilassante. Sotto di noi si scorge ormai puntino il Barranco Camp. Il terrazzo roccioso è molto panoramico sul ghiacciaio Heim che proviene dal cratere sommitale. Si prosegue in discesa tagliando le pendici del versante sud-est del Kibo. Numerosi sono i saliscendi da affrontare che spezzano il ritmo, poi un'ultima discesa un po' più ripida ci porta a Karanga Valley, dove c'è l'ultimo corso d'acqua (qui i portatori fanno scorta di acqua da portare al Barafu Camp). Dopo quasi 3 ore di cammino ci si ritrova siamo alla stessa altezza del campo di partenza! Risalita faticosa dall'altro versante della Karanga Valley, si arriva arriviamo ad un altopiano dove sorge Karanga Camp, (probabile sosta pranzo). L'alto piano sembra non finire mai, e Kaanga Camp alle spalle sembra essere sempre lì; poi finalmente la cresta termina e scendiamo brevemente in una conca pianeggiante, in fondo su un promontorio si possono vedere le costruzioni di Barafu Camp, che raggiungiamo con l'ennesima faticosa risalita su sentiero che attraversa facili roccette.
E' il campo più spartano, le piazzole per le tende sono sparse ricavate tra grossi massi e detriti.Si arriva qui nel pomeriggio, dove ci si rifocilla e ci si prepara il materiale per la salita alla cima. Siccome la notte non sarà calda, viene consigliato tenere gli indumenti all'interno del sacco a pelo. Cena molto presto e poi si va in tenda, dopo il briefing con le guide che illustreranno la giornata seguente, che inizierà a mezzanotte. 

5° giorno:
Barafu Camp 4640 m - Kilimanjaro Uhuru Peak 5895 m - Mweka Camp 3080 m, dislivello salita 1300 m, dislivello discesa 2810 m, tempi di percorrenza totali 5-6 salita, 6-8 discesa.

Il giorno più lungo, che oltre alla non breve e faticosa salita alla cima, prevede anche una lunga discesa che, se lo stato fisico consente, si spinge fino a Mweka Camp. In alternativa è possibile (ma non consigliato dalle guide) pernottare un'altra notte a Barafu Camp oppure da un campo intermedio non molto utilizzato.
Si parte attorno alla mezzanotte, dopo una colazione a base di liquidi e cibi energetici. Le guide scandiscono un'ottima andatura, molto lente ma costante; anche le pause vengono ridotte al minimo per non perdere il ritmo (e non addormentarsi, cosa facile a queste quote). Subito oltre il campo si sale su uno sperone roccioso che porta alla cresta che dovremo precorrere; si inizia subito a faticare parecchio a causa dei saltini rocciosi e della pendenza sostenuta; dopo 200 m di dislivello per fortuna si affronta un pianoro che permette di rifiatare un po'.  Tra le 2 e le 3 di notte si festeggia il raggiungimento di quota 5000 m, ma sarà ancora lunga. Il sentiero sale contrassegnato da ometti alternando ghiaie fastidiose a tratti più solidi (la via di Machame è quella con meno ghiaia per fortuna); da quota 5600 m le ghiaie prendono il sopravvento, due passi avanti e uno indietro, ma si continua. Quando finalmente si scollina sul bordo del cratere si giunge allo Stella Point 5750 m, che offre finalmente un punto di riferimento e di conforto, perchè si capisce che ormai il più è fatto. Si calpesta la prima neve, bella ghiacciata ma non dovrebbero servire i ramponi in quanto la traccia crea un ottimo solco. Se è ancora buio è difficile avere punti di riferimento, e il cartello che contrassegna la cima arriva quasi all'improvviso, aggirate le ultime roccette! Occorre fare un minimo di attenzione passando sul ghiacciaio perchè in certi punti è un po' ripido sui fianchi ed una scivolata porterebbe nei buchi sotto gli imponenti seracchi della parete sud. 
Lo spettacolo è impressionante, sia sull'immensità della montagna (il cratere però non si vede, è molto spostato verso nord-est, sia sui ghiacciai e sui loro seracchi, sia sull'alba oltre il mare di nubi che si estendono su tutta la fascia equatoriale.  La sosta in vetta non può essere lunga, così inizia la discesa, che è comunque molto diretta, passiamo in un ampio canalone di cenere lavica e fini detriti, si solleva una quantità disumana di polvere ma si 'galleggia'. Intanto il sole è ormai alto e nei nostri vestiti pesanti ci facciamo una bella sauna. Si scende rapidamente (forse è un bene salire di notte per questi ghiaioni, perchè con la luce del sole sarebbero piuttosto demotivanti!). Giunti a Barafu viene concessa una pausa per riposare e preparare l'attrezzatura, in vista della restante parte di discesa verso Mweka Camp. Si riparte dopo pranzo, seguendo appunto la via Mweka, ripida e diretta utilizzata generalmente solo per la discesa. Ci aspettano ancora altri 1500 me di dislivello in discesa da sommare a i precedenti 1300 dalla cima al Barafu. L'ambiente è abbastanza surreale, superando High Camp (utilizzato come sosta intermedia nel caso di impossibilità di scendere ulteriormente. Via via la vegetazione aumenta e diventa più verdeggiante, segno che la foresta attorno al Mweka Camp è vicina.

6° giorno:
Mweka Camp 3080 m - Mweka Gate 1630 m. dislivello discesa 1450 m, tempo di percorrenza 3 h.

Circa 3 ore di cammino nella foresta, facilmente umida e con possibilità di pioggia, ambiente simile a quello del primo giorno, dove le ghette tornano nuovamente utili per difendersi dal fango. Arrivati al Mweka Gate vengono consegnati i diplomi per chi è giunto in cima al Kilimanjaro. Da qui con il pulmino si torna a Moshi e ad Arusha.

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